Sono ormai lontani i tempi di Oklahoma, in cui Westbrook dominava le scene dell’NBA fino a conquistarsi il meritato titolo di MVP della regular season nel 2017. Quel titolo sembra essere stato uno spartiacque tra l’ascesa e la ripidissima discesa della sua carriera che, dopo un altro anno a buon livello, ha iniziato a sciogliersi con il passaggio agli Houston Rockets. Il suo gioco incentrato sul “fare numeri” per le statistiche prima che sul giocare per la squadra ha sempre diviso gli appassionati di basket e il trasferimento in un team in ricostruzione ha evidenziato i limiti del suo gioco fatto di troppa individualità e poco spirito di sacrificio difensivo. Nemmeno a Washington è riuscito a tornare il giocatore che nei Thunder aveva fatto sognare un’intera città, ma nonostante tutto ha ottenuto un’ultima chance di puntare al titolo NBA con la chiamata dei Lakers, attratti dalla prospettiva di formare un trio magico con Lebron James e Anthony Davis. Mai scelta fu così errata. Il play di UCLA ha tolto dalle mani di King James parecchi possessi offensivi senza mettere a referto quei punti che servono ai Lakers, condannandoli a una posizione assolutamente deludente, invischiati nella lotta per i play-in contro squadre come New Orleans e Portland. Il più grande smacco, però, Westbrook lo sta ricevendo proprio dai Lakers, che han tentato di piazzarlo ovunque prima della trade deadline senza ricevere alcuna proposta concreta a causa di un rendimento mediocre accompagnato da un contratto faraonico.