Una multinazionale non è altro che un’impresa “multilocalizzata”, ovvero che opera su mercati internazionali che sono situati in diversi Paesi, in cui vengono trasferite tecnologie e capitali. In questo caso avremo una “casa madre“, che sarà la direzione che resterà nel paese d’origine, insieme a tutte le attività con il valore aggiunto più alto come, ad esempio, la progettazione, la ricerca e la pianificazione aziendale. La società madre, inoltre, avrà il compito di controllare tutte le numerose “società figlie” che opereranno in paesi differenti, nella maggior parte paesi più arretrati economicamente ed a seconda delle esigenze e direttive della società madre e dei diversi settori della produzione.

Le caratteristiche di una multinazionale

La dinamica di quella che è una multinazionale va a rappresentare la potenza dell’ondata che internazionalizza l’economia, ovvero che rende estesa a livello internazionale l’economia di un’unica azienda, ma soprattutto va ad evidenziare come la globalizzazione sia veicolata dal fenomeno di concentrazione di imprese all’interno di gruppi transnazionali. Una multinazionale, infatti, pone sul medesimo piano delle società con dimensioni e capacità produttive ben diverse, tralasciando la questione del potere. Non è un caso che le multinazionali più potenti si trovino quasi tutte in quello che è l’emisfero nord del pianeta. Rimane dunque necessario effettuare delle analisi approfondite che siano in grado di spiegare qual è l’origine del potere delle multinazionali e la potenza delle loro strategie. Per le dimensioni e per la capacità di spostare investimenti in paesi diversi, a seconda delle esigenze, una multinazionale ha sicuramente un peso determinante sulla politica internazionale.

I principali vantaggi

Scegliendo di operare in paesi diversi, la società multinazionale persegue, in via generale, tre vantaggi diversi tra loro, tra cui:

  • ridurre i costi della produzione: in questo caso gli investimenti si indirizzeranno verso i paesi in cui i salari sono più bassi, gli oneri sociali e legislativi a tutela del lavoro e gli obblighi fiscali minori, i vincoli ambientali meno rigidi (o addirittura inesistenti) e la manodopera non sindacalizzata;
  • avvicinarsi al mercato: la localizzazione è finalizzata ad aggirare eventuali misure protezionistiche (dazi doganali applicati per proteggere la produzione di un dato paese dalla concorrenza estera), a penetrare mercati nuovi, o semplicemente a ridurre i costi di distribuzione (trasporto, assistenza ecc.);
  • avvicinarsi alle materie prime: è la scelta, spesso obbligata, delle aziende del settore estrattivo e di quello agroalimentare, che costruiscono i loro impianti dove si trovano i maggiori giacimenti minerari o le grandi regioni agricole